copkattah(Bakerteam Records) Nonostante provengano dal Brasile, i Kattah si dedicano a temi della cultura araba: il loro secondo disco vanta la produzione di Roy Z, che parteciperà anche, in qualità di guest guitarist, ad alcune date live. Come dimostra subito la opener “Behind the Clay”, siamo in presenza di un power sporco ma comunque incline alla melodia: decisamente non male la prestazione vocale di Roni Sauaf, a tratti davvero simile a Bruce Dickinson. Molto tagliente “Apocalypse”, quasi dalle parti del power/thrash tedesco (anche se include qualche tastiera orientaleggiante): in questo caso, a testimonianza della versatilità della sua voce, Roni ricorda James Rivera quando non strilla troppo! Un ritornello solare illumina “Alpha Centaury”, brano costruito su rallentamenti e accelerazioni, mentre “Rebirth of Parahos” tenta ovviamente di ricreare atmosfere che sappiano di antico Egitto. Con “The hidden Voice” mi sembra che siamo vicinissimi ai Primal Fear; la titletrack svela il lato etnico del sound con chiari richiami agli Angra. “You will never be dead” è l’epos del disco, con i suoi cambi d’atmosfera e il suo ottimo assolo; con i ritmi più catchy, di taglio americano, di “Last Chance” si chiude un disco vario e intrigante. La Bakerteam Records conferma la sua ottima politica di scelta per le bands heavy/power.

(René Urkus) Voto: 7,5/10