copkayser(Listenable Records) Sono felice! Aspettavo con ansia l’uscita di questo album, da quando, quattro anni fa mi sono imbattuto, totalmente per caso, in quel capolavoro intitolato “Frame The World… Hang It On The Wall”, album del 2006 di questa band di Helsingborg (Svezia). “Read Your Enemy” è, se possibile, superiore a “Frame”, grazie a un songwriting perfetto, in cui influenze sabbathiane e riffs thrash si combinano e si fondono in un disco aggressivo, pesante, catchy, irresistibile. Ad aprire le danze tocca a “Almost Home”, mid tempo sul quale svetta la voce di Spice, rauca e grintosa (mi ricorda un po’ James Hetfield, ma molto più versatile); a metà canzone parte un coinvolgente riff, vicino a quello di “Ride The Lightning” dei Metallica. “Bark And Bow” si apre con un arpeggio acustico, poi chitarre armonizzate, fino a sfociare in un riff cadenzato, ed un chorus che si stampa subito in testa. Si cambia registro con “Bring Out The Clown”, fucilata slayeriana di inaudita violenza; “Carve In Stone” rallenta leggermente il ritmo, con un riff portante più granitico ed un ritornello quasi punk. “Dreams Bend Clockwise” è più complessa: riffone thrash stoppato, ritornello melodico, caratteristica che pervade tutto l’album, poi intermezzo acustico, nuova accelerazione che porta al ritornello. “Forever In Doubt” parte con un riff in stile Megadeth, ottima song; pregevole lo stacco centrale, altro riffone stoppato, terzinato, molto potente. “He Knows Your Secret” sembra studiata per l’headbanging, mid tempo con chitarre molto pesanti. “I’ll Deny You” è la canzone più melodica dell’album, con un refrain quasi pop, pur con le chitarre pesantissime di sottofondo. La title track ha un incedere ancora una volta slayeriano, diretta, massiccia, senza fronzoli. “Roll The Dice” è un altro mid tempo spezza ossa, come la successiva “The Fake Rose”. Conclude l’album “Where I Belong”, che parte lenta, acustica, sembra quasi una ballad, per poi sfociare in un riff solenne, quasi epico, ad accompagnare la stupenda voce di Spice. Ottimamente prodotto, ogni strumento si sente alla perfezione, un album che non stanca, anzi, che cresce con ogni riproduzione. È già la sesta volta di fila che lo ascolto e mi piace sempre di più. Disco che può potenzialmente attirare chiunque ami l’heavy metal, dal classic al thrash. Finora, per me è il disco dell’anno; sarà dura per qualsiasi band confrontarsi con questo lavoro!

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10