(Les Acteurs de L’Ombre Productions) È affascinante il secondo album della band internazionale (di origine tedesca) Khôra, fondata e gestita da Ole (ex Autokrator, ex Lycanthropy, ecc). Un black che esce dai suoi confini, invadendo ambiti sia sinfonici che progressivi, il quale comunque non lascia spazio ad alcunché di prevedibile, rendendo l’intero disco tanto difficile da capire e assorbire quanto immediato da fruire. Quella componente sinfonica teatrale, linee vocali alimentate da un clean favoloso (che mi ricorda Jan Lubitzki dei Depressive Age) e da un growl tuonante, viscerale, decisamente aggressivo. Il black di fondo trova spesso divagazioni, le quali lasciano spazio a riff contorti, ad assoli, a lick di chitarra fulminei, a progressioni imprevedibili. Per questo nuovo lavoro Ole ha cambiato completamente l’armata che lo segue: ora la line up è infatti composta dal vocalist francese Frédéric (Orakle e Cor Serpentii), il bassista Göran (Svartghast, ex Setherial ) e il tastierista Kjetil (Profane Burial, Haimad); tuttavia il disco ospita anche una nutrita manciata di ospiti, tra questi Rune ‘Blasphemer’ Eriksen (ex-Mayhem), Kristian Niemann (ex-Therion), Wolfgang Rothbauer (live session per Belphegor) e André ‘Cosmocrator’ Søgnen (The Wretched End) ed altri. Il risultato? Un disco possente, attraente, accattivante, ricchissimo di dettagli; un album aggressivo quanto basta, melodico in modo maestoso, spesso trionfale, addirittura epico (“In the Throes of Ascension” è un ottimo esempio), un lavoro contorto e deliziosamente progressivo, pur risultando sempre estremamente catchy e orecchiabile: brani come “On A Starpath”, offrono la componente ‘black-pop’ dei Dimmu Borgir, pur instradandosi in arrangiamenti poco prevedibili, strani e favolosamente stimolanti. Oltre quaranta minuti di musica estrema, di musica ricercata, di musica melodica, provocante, aggressiva… in un certo senso immensamente atmosferica.
(Luca Zakk) Voto: 8/10