(Dependent Records) I parmensi Kirlian Camera sono una realtà musicale del nostro esistente dal 1979. Forse tra le band più apprezzate e note al di fuori del nostro paese, a prescindere dal loro stile musicale che nel tempo ha comunque toccato diverse punte apprezzabili e di qualità. Un nuovo album è un momento di riscoperta di questa storica band, fondata da Angelo Bergamini che vede alla voce l’eleganza autorevole di Elena Alice Fossi, soprattutto è il vivere un’autentica esperienza sonora. Dark electro-wave che risulta senza tempo e suona fresco e lucido, con una cromatura stilistica tra la grazia, l’eleganza e una consistente dose di varietà. “Radio Signals for the Dying” scorre attraverso sedici pezzi che trasportano l’ascoltatore tra epoche, ambientazioni, dimensioni e universi che ruotano tutti però attorno al nostro vissuto. Al basso Mia W. Wallace (ha lavorato con Abbath, Nervosa e altri) e il violoncellista Terri Harrison, sono il completamento della formazione che ha registrato questo affascinante lavoro. Le registrazioni sono state curate da Elena Alice Fossi, mixaggio e masterizzazione sono stati operati in Germania da Willi Dammeier. “Radio Signals for the Dying” è un lungo percorso ma ogni sua tappa è piacevole, delicata e distesa su sonorità anche arcaiche, come l’elettroniche “Götter, geht weg!”, “The Great Unknown”, le gotiche “Monarch Architecture” e “Genocide Litanies”, il pop elettronico di “Wrong”, “Stella Ominis” e poi “Madre Nera”, semplicemente celestiale quanto “Esilio” e l’opener “Il Tempo Profondo” che tra testo e quell’ambient etereo sposta la mente lontano. Brani strutturati, elettronica che plasma atmosfere, pulsa con ritmi e poi la Fossi: suprema, un sogno canoro. “Radio Signals for the Dying” attraversa il tempo e diventa senza tempo, con la sua armonia, con quei toni tra una vivacità personale e una malinconia che rimugina su sentimenti, umori e pensieri. L’arte dei Kirlian Camera è un andare nell’oscurità con musica sospesa tra un atto creativo e un misticismo sconosciuto ma dalle grandi visioni.

(Alberto Vitale) Voto: 9/10