(Heiden Hart Records) Pubblicate originariamente nel 2016 in occasione dello split con i conterranei Wederganger, ed ora riproposte in MCD dalla Heiden Hart Records, le tre canzoni di questo “Banier Fan Frisia” riescono a dare un’idea abbastanza precisa di chi siano i Kjeld. Dopo il buon debutto “Skym” del 2015, si ripresentano sulle scene con una proposta a cavallo tra la grezza ferocia del primo black metal di scandinava memoria e quella seconda ondata nella quale la componente melodica comincia a diventare parte integrante dei brani. Il black metal della formazione olandese, originaria della Frisia per la precisione, mostra il forte attaccamento dei cinque musicisti alla tradizione e all’attitudine del genere caratteristica degli anni ‘90. I pochi minuti a nostra disposizione sono comunque sufficienti a mettere in mostra aggressività ed ispirazione tali da destare anche il più annoiato degli ascoltatori. Riff glaciali e ben composti si stagliano sul pregevole lavoro di Fjildslach, che non risparmia energia alcuna dietro alle pelli, tenendo il piede costantemente premuto sull’acceleratore. Quasi inaspettata viste le premesse, la comparsa della tastiera è funzionale ad imprimere maggiore profondità alle atmosfere apocalittiche che permeano “Banier Fan Frisia”. I testi, completamente scritti in olandese, prendono vita grazie al lavoro dietro al microfono di Skier che, con la sua voce tirata e graffiante, ghermisce costantemente le orecchie dell’ascoltatore. Una per tutte, la seconda “Wanskepsel” è la perfetta somma delle componenti descritte in precedenza e nella quale i nostri danno, a mio modo di vedere, il meglio di sé.  La produzione dal sapore underground e mai caotica permette alle canzoni di avere una propria forma e spessore, evitando quella fastidiosa sensazione di trovarsi di fronte ad un calderone di suoni sovrapposti e indefiniti. I diciassette minuti di “Banier Fan Frisia” sono un seme che, se i Kjeld sapranno coltivare in modo adeguato, porteranno certamente ad un album completo di indubbio valore.

(Davide Galli) Voto: 7/10