(Nigredo Records) I debuttanti Kõdu ruggiscono dall’Estonia, il loro moniker significa ‘decadimento’ e il loro black metal esalta un lato deviato della cultura e dell’orgoglio del popolo del loro paese. “Unusta Kõik” offre un black di matrice norvegese arricchito da divagazioni melodiche a tratti pregne di isterismo, dissonanti, contrastanti tra loro, tutti dettagli che esaltano la violenza sonora farcita di blast beats e vocals laceranti. La opener “Sügispime” subito dimostra questa dualità della band: violenza inaudita in perfetto stile scandinavo con aperture ricche di arpeggi anche di interessate fattura tecnica. Questi arricchimenti si intensificano su “Aheldatud klaasi”, brano che strizza l’occhio ad un genere più progressivo divagando anche verso atmosfere remotamente tribali ed incorporando evoluzioni che ricordano anche certi lavori dei Satyricon. Più diretta e tumultuosa “Ma kõngen”, mentre mid tempo esaltanti si intrecciano con accenti quasi psichedelici sull’ottima “Kaotsin”. Spunti viking e un’aura epica sull’intensa “Kui minna suurele teele”, oscura e diabolica “Raev”, prima della lunga e conclusiva “Laotus”, una canzone ricca di evoluzioni, in qualche modo teatrale, particolarmente oscura e dominata da un mid tempo travolgente. Con membri provenienti ad altre realtà Estoni, tra queste Süngehel e Pime, oltre che la chitarrista italiana Samantha ‘Surmatalv’ (Ferum, ex-Saturnine), i Kõdu suonano un black metal in lingua madre, ricco di una filosofia che mette in connessione l’uomo con la natura, passando per la corposa e suggestiva mitologia della loro terra natia.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10