(Napalm Records) I Kontrust si sono guadagnati diverse menzioni e note di merito negli ultimi tempi, ma questo “Second Hand Wonderland” fornirà loro riconoscimenti superiori. La band austriaca mette nel metal il rap, il funky, l’hip hop, l’elettronica, la disco, il pop e altro ancora, ne viene fuori un lavoro estremamente fruibile, un crossover unico e nonostante sia ricolmo di cose e fusioni, il suo indubbio valore è quello di essere molto diretto, melodico e , perché no, ruffiano. C’è un clima di bagordi in “Second Hand Wonderland”, di rinuncia agli schemi e di assoluta libertà compositiva e associativa dei suoni, stili, generi e tutto il resto. E’ un carnevale questo lavoro, un allegoria di tutto quello che lo compone, ma tutto finalizzato a formare canzoni dalla presa immediata. In questo, va detto a chiare lettere, i Kontrust sembrano più un gruppo pop che altro. Concettualmente e per attitudine le cose stanno così! Per un album così libero, eccentrico e, tutto sommato, commerciale, non c’è da affrontare in descrizioni chilometriche le canzoni e va detto soltanto che i Kontrust potrebbero piacere a molti con questo polpettone ben studiato.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10