(Third Eye Temple / Ancient Dead Productions) Ad un solo anno dal debutto (recensione qui), torna la one man band australiana Krvna con nuovo affascinante lavoro. Si allenta lo stretto legame con quella componente anni ’90, quella matrice black old school, per dare forma ad un qualcosa di più evocativo, più etereo in costante equilibrio/contrasto con il black di fondo, con le linee vocali micidiali, con quel volere esplodere, assaltare, infierire. Già la title track in apertura rivela questa impostazione: i riff black sono pungenti, ma attorniati da un’epicità tangibile la quale emerge con teorie melodiche suggestive, impostazioni corali graffianti, verso un finale ricco di una tetra pace malinconica. Subito un senso tanto trionfale quanto apocalittico con “Gethsemane Ablaze”, altro pezzo ricco di chitarra melodica pur risultando aggressivo e tagliente. Monumentale ed introspettiva “Veni, Vidi, Vici”, black estremo portato a livelli mistici con “The Flaming Hordes of Basarab”, avvolgente la stupenda “In The Absence Of Gods…”, con quei mid tempo, quei tremolo ipnotici, quella libertina chitarra solista e quel senso trionfale del finale grandiosamente melodico. In chiusura il brano che, forse, offre più resa: “…Death Shall Have No Dominion” è intensa, spietata, imprevedibile, tecnica e in certo senso capace di un finale positivo, quasi trionfale. Album di altissimo livello: una devastazione, un senso di inarrestabile rovina ma eseguito con sorprendente chiarezza e definizione del suono, degli arrangiamenti, delle progressioni; è difficile trovare del black metal senza tastiere capace di un resa dinamica dei livelli di questo “For Thine is the Kingdom of the Flesh”. Un passo avanti immenso, un risultato poderoso: con testi che esprimono concetti filosofici circondati da terrore esistenziale, da vampirismo, da immortalità arrivando fino alla transustanziazione, l’album incalza con un tappeto ritmico scandito da un impeto micidiale attraverso sei brani sempre innalzati e glorificati da idee melodiche brillanti: quasi un costante contrasto tra l’orgia delle fiamme degli inferi e quel vento portatore irrequietudine il quale anticipa una invasione di spiriti celesti, rinnegati ed in fuga da qualche falsamente benevola dimensione divina.

(Luca Zakk) Voto: 9/10