copLASTREDRANSOM(Autoprodotto) Dark. Dark pop. Ma con una vena gotica infinita. È così che descriverei il sound degli americani Last Red Ransom. Toccano sonorità nello stile dei Theatre of Tragedy o i lati più dark (e criticati) dei Paradise Lost, creando un qualcosa che è molto synth, molto intenso, a volte dance, ma con toni di decadenza (“…I’ve been dead before…”) o di romanticismo (“…I think I love you too much,…”) oscuri illimitati. Coinvolgenti, intensi, con voce doppia (femminile e maschile): non sono metal, ma è innegabile che riescono a dare vita a tenebre poetiche dal gusto sublime, sempre ispirati da un rock profondo, passionale, malinconico. Heavy pop nella opener “The Electric Sky [Digital Sunshine]”. Romantico decadente, ma anche glorioso sulla fantastica “Burning Buildings”, mentre gli abissi della depressione vengono raggiunti dalla coinvolgente “Been Dead Before”. Pulsante “Lanterns [Snubnose Mix]”, travolgente “The Living Trust”, assolutamente irresistibile “Welcome To America”. Se cercate rock privo di elettronica o metallo allo stato puro, i Last Red Ransom non fanno per voi; se la vostra ricerca ama vedere una costellazione di gocce rosse su sfondi estremamente neri, se il romanticismo e l’amore sono un pallore acciecato dal colore delle vene recise, se un sound elettronico o glitchrock esaltano il vostro senso del gusto, allora “Snubnose” saprà regalare oltre mezzora di pura esaltazione spirituale: una costante alternanza di nero profondo, rosso vivo e bianco funereo.

(Luca Zakk) Voto: 8/10