(Massacre Records) Terzo lavoro per i belgi Lemuria… il quale arriva a ben nove anni dal precedente “Chanson de la Croisade”. Una lunga pausa, lunghissima, ma almeno si nota che i contenuti del nuovo lavoro sono complessi, elaborati, sicuramente una composizione che ha richiesto impegno, cura e molto lavoro. Tuttavia siamo in un ambito un po’ troppo ‘già sentito’: l’album non offre nulla che non sia già stato craeto dai Dimmu Borgir, dagli Old Man’s Child, dai Cradle of Filth e da molte altre band simili, compresa la componente vocale femminile. La vera differenza, forse, è l’impostazione generale che in questo caso è diretta ad un black molto sinfonico, volutamente teatrale, con parti parlate (narrate da Herbert Flack, un attore belga) ed una voce femminile espressa in un contesto che ricorda lo stile dei Nightwish o Epica. Un album molto complesso e ricercato, il quale è di fatto la colonna sonora della storia raccontata nel concept, ovvero le vicende di Gévaudan, un paesino della Francia del 18° secolo terrorizzato, secondo la leggenda, da una specie di lupo demoniaco (la stessa leggenda che ha ispirato il film “Il patto dei lupi” con Vincent Cassel, Mark Dacascos e Monica Bellucci). Partendo da questo concetto, la teatralità della musica, le parti narrate, le voci aggiunte, gli effetti ed il singinig doppio assumono un significato importante, completo ed esaustivo. Non è un album con brani che emergono, anche perché sono di fatto tutti capitoli di una storia con la propria sequenza di eventi; questo è da tenere bene a mente in quanto giustifica il fatto che, spesso, i brani dilungano un po’ troppo, tanto da non offrire efficacia se li si vuole considerare come brani individuali (singoli). Ma se ci si immerge nella storia, inalandole l’orrore e ci si lascia avvolgere dalla musica, alla fine si tratta un buon disco di black sinfonico da ascoltare con piacere dall’inizio alla fine; oltre un’ora di musica avvincente, ricercata, cinematografica ed indubbiamente estrema.

(Luca Zakk) Voto: 7/10