(Art Gates Records) La seconda prova della band spagnola L’Endeví conferma la mancanza di una evoluta capacità compositiva che vada oltre la meravigliosa voce di Mamen. Tuttavia per onestà nei confronti di tante band che hanno bussato alla porta di Metalhead per una recensione e che si autoproducono e dietro non hanno etichette o distributori, devo riconoscere che la Mamen pecca anche lei in fatto di pronuncia inglese e a volte tende a strafare. E’ doveroso dirlo perché i L’Endeví non sembrano avere molto di più rispetto ad altri. Forse hanno un buon management, forse in Spagna sono tra i pochi esponenti del  gothic metal autoctono. Non lo so. Io ammiro la vocalist perché spesso riesce a metterci passione, trasporto e interpretazione nel cantato e la band in fin dei conti la segue. I L’Endeví sembrano costruiti per lei (che poi è la fondatrice del gruppo, insieme al chitarrista Jaume) e per stare con lei. Una situazione compositiva del genere molto spesso limita l’estro della band, ammesso che lo abbia cioè che riesca ad andare oltre al doversi appoggiare sulla vocalist. Se l’opener “Gold” mi ha incantato per il connubio Mamen-band , la seguente “Red Ivy” mi ha letteralmente inorridito perché la Mamen tende a strafare, perde le briglie del giusto cantare, forza la voce su terreni poco consoni ad essa ed ecco che il tutto riesce male. “Slug” è un brano più sul rock, struggente e sofferto e “We Are the Metal” tenta di introdurre elementi progressive, ma sofferente dello spettro di Sua Maestà Doro, icona di riferimento per la Mamen quando indugia nel cantato heavy. “Silent Enemy” è la pseudo ballad di turno e “The Hole” mette in mostra un songwriting decisamente capace e bravo a rendere il brano soft e un gran risultato tra armonia vocale e musica che la segue. Sorvolo su altri brani che se nel complesso risultano quasi sufficientemente adeguati per finire in un album, ma non si capisce poi come si possano reputare diversi tra loro e soffrendo così di quel senso di ripetizione che si sente in giro. Altro punto a sfavore, dopo quello del ripetersi, è l’incapacità dei L’Endeví di osare e darsi un taglio diverso. La seconda metà di “The Maze”, brano accorato, epico e di taglio sinfonico, mette in mostra un sound semplice, neutro,di  rock lento e soffuso e con la voce libera di darsi una melodia propria. Poteva essere un’idea quella di rompere con il consueto stile gothic e andare oltre. La band può offrire di più, forse ha bisogno di ordinare le idee e tirarne fuori altre e questo potrebbe farlo un produttore di un certo spessore. Se il passo sarà sempre questo resteranno bravi solo in Spagna.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10