(Sliptrick Records) Leslie Ripp, l’axe man americano con un passato (anni ’80) nei Rat Attack, non ha mai smesso di suonare, anzi, mantiene viva una sua personale tradizione di composizioni strumentali ricche di tematiche, le quali ispirano il suo stile caratteristico, tecnico e coinvolgente. “The Riddle Of Steel” abbraccia il mondo del film “Conan il Barbaro” del 1982, quindi addentrandosi in tematiche avventurose, gloriose e marcatamente fantasy. Dieci brani curati, ricchi di armonia, scolpiti dalla firma inimitabile di Leslie, il quale oltre ad un playing della chitarra molto personale, riesce a forgiare il suo intero sound con una impronta che vede una vincente fusione tra chitarra metal e musica ambient incentrata appunto su fantasy. Potente e tirata “Flesh And Burn”, un brano che ricorda che carne è più forte dell’acciaio, mid tempo che disegna regni e regnanti fantastici con “The Sword And The Crown”, chitarra che scorre sognante nella power ballad tecnica “Eye Of The Serpent”. Metallo favolosamente ottantiano “Battle Heart”, forse il pezzo che più mette in mostra le ottime tastiere comunque sempre ben presenti in tutto il disco. Atmosfera fantasy all’ennesima potenza con una chitarra immensa su “Thulsa Doom”, mentre la title track -il primo pezzo scritto per l’album- imposta un mood che con quel mid tempo e quella melodia conduce lungo un viaggio lontano oltre ogni confine noto all’umanità. Inquietante ed attraente “The Tree Of Woe”… ispirata all’albero al quale Conan viene crocefisso; pulsante, ricca di misticismo e luminosità “Kingdom Crom”, cadenzata ed ipnotica “Thief In The Night”, pezzo che oltre alla chitarra presenta un bellissimo pianoforte. In chiusura la malinconia tragica di “Valeria”, dedicata alla tragica morte della compagna di Conan e a quella crescente sete di vendetta, alimentata da speranza e gloria. Album solista a tutti gli effetti, in quanto Leslie suona tutto da solo. Una chitarra favolosa, virtuosa, con una impostazione che lega l’album all’epoca doro del guitar hero, del solista divino (con Malmsteen a capo di questa stirpe). Un disco che cattura, che sconnette dalla frenesia del mondo e, specie se ascoltato in cuffia, regala tre quarti d’ora di energia, viaggio nostalgico, misticismo surreale e sogni innondati di magia.

(Luca Zakk) Voto: 9/10