(Dunk!records, Denses Record, I For Us Records, Disobedience Distribution) È un album cerebrale e a tratti esasperante, ma è pur sempre qualcosa di profondo che va a sondare l’animo dell’uomo. Almeno è questo quanto lascia percepire il modo di suonare e concepire i propri pezzi di “Acedia” da parte dei Lethvm. Belgi, impregnati di post metal, sludge, nonché di incubi e disperazione. “Acedia” vede riff estesi, plettrate possenti, suoni che si dilatano come nei Cult Of Luna. Il basso è una creatura che borbotta qualcosa nell’oscurità di questo sound aspro. I Lethvm creano momenti di sospensione, nei quali i suoni si assottigliano in situazioni neo-psichedeliche e drone metal, responsabili anche di un’atmosfera solenne. Il cantato è un urlo continuo, lacerante e spezzato solo da cori in clean dall’aspetto mistico. Album strano, non affatto differente da molte cose post metal-sludge. “Acedia” ha bisogno di essere assimilato, capito. L’urlo del cantante, a volte tramutato in scream e addirittura in growl, è pioggia acida che si riversa sull’ascoltatore, annientandolo con l’ausilio del monolitico sound degli altri della band. Loro sono Nicolas, Tony e Vincent e in “Acedia” comunicano qualcosa di veramente inquietante.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10