(Dream Cell 11) Se “Parasynthesis” avesse avuto una produzione più incisiva, avrei assegnato un volto altissimo ai Levania: la band di Ferrara mi ha subito colpito per la freschezza del songwriting e per la capacità di creare atmosfere raffinate e sfuggenti, che davvero possono costituire – come sembra essere nelle intenzioni della band – una sorta di ideale colonna sonora del Romanticismo e del Decadentismo. Peccato davvero, allora, che i suoni siano talora insufficienti: queste pecche non arrivano a ‘rovinare’ la musica di “Parasynthesis”, un disco deliziosamente intellettuale, ma sicuramente intaccano un po’ il suo splendore. “Midnight of Silence” si apre su toni funeral gothic ma il brano prende velocità con un bel refrain, la voce di Ligeia è molto evocativa e spesso ricorda la migliore Sharon Den Adel. “Eroica” appare invece addirittura più vicina a certe cose power/epic per le sue tastiere molto sostenute e pompose; “Natural Motion” tenta perfino qualche verso aulico in italiano. “Basteth’s Kiss” è decadente in modo sublime, peccato soltanto che sia l’unico brano in cui l’alternanza fra cantato maschile e femminile sia un po’ stridente. La suite in tre parti “Agarthi” recupera altre suggestioni symphonic metal mescolandole, soprattutto nell’ultimo movimento, a un gothic di classe; il refrain più immediato e cantabile è quello di “Carthago nova”. Siamo comunque di fronte a un debut e qualche piccola ingenuità può essere sicuramente perdonata: per ora va bene così, ma in futuro ci aspettiamo ancora di meglio!

(Renato de Filippis) Voto: 7/10