(Napalm Records) Così, di brutto, a poche ore dai botti di fine anno, i tedeschi Lord of the Lost sparano il loro petardo, anzi la loro bomba: l’ottavo album! Dicono siano glam, dicono siano anni ’80, ma questo non completa lo spettro sonoro il quale risulta dannatamente moderno, infinitamente dark, intensamente industriale, ricco di idee Neue Deutsche Härte, con elettronica che spazia dagli albori al futuro, con imponenti agganci anni ’90 e con linee vocali che saltellano con noncuranza da un intenso e poderoso stile dark wave anni ’80 ad un growl feroce, lacerante, graffiante. Sfacciati, prepotenti, intensi, teatrali, ricchi di tradizione ma maledettamente moderni: sembra quasi assurdo siano stati (e lo saranno ancora!) ospiti ai concerti degli Iron Maiden nel “Legacy Of The Beast World Tour – 2022”, visto la completa ‘incompatibilità’ del genere musicale e forse anche del pubblico stesso. Forse vi chiederete da dove sia saltato fuori questo disco… come mai non ci sono già in circolazione una mezza dozzina di singoli e video. Ed è qui che si vede la maturità e la passione della band del frontman Chris Harms, il quale -con nostalgia- dichiara che le corse pazze del marketing rovinano tutto, puntano alle classifiche con mezzo disco già noto il giorno della sua stessa pubblicazione ufficiale, cosa che uccide completamente la sorpresa, la magia del sentire da zero un album fresco di stampa. È per questo motivo che “Blood & Glitter” esce a sorpresa, senza un clamore pre-costruito… un disco che si affaccia sul mercato quasi timidamente, con l’attesa e la sorpresa del release day, come una volta, quando la musica non ti arrivava da un portale, ma dovevi andartela a cercare nel negozio di dischi. E quella timidezza nel proporsi si eclissa immediatamente esplodendo con impeto non appena si preme play! Dodici tracce monumentali, curate, impattanti, catchy. Provocante e travolgente la title track, brano con un groove maledetto nel quale convergono suoni anni ’80 potenziati ed una impostazione malinconica molto moderna e coinvolgente. Epica, feroce e con un titolo geniale “Leave Your Hate In The Comments”, con quel sample robotico preso da “Baby One More Time” di Britney Spears, suggestiva e super nostalgica l’irresistibile “Absolute Attitude”, malinconica “The Future Of A Past Life”, con ospite Marcus Bischoff degli Heaven Shall Burn. Vibrazioni intense con “No Respect For Disrespect”, c’è ospite Andy LaPlegua (Combichrist, Icon of Coil, Panzer AG) sull’incedere incalzante di “Reset The Preset”, traccia che combina un impeto sferzato da metal estremo e gelo industriale con il calore degli anni ’80. Contorta, aggressiva ed un po’ ‘rammsteiniana’ “Destruction Manual”, oscura “Dead End”, ancor più tetra ma molto più seducente “Leaving The Planet Earth”, pezzo nel quale la dark wave regna sovrana. Sognante “Forever Lost”, c’è il violino della favolosa Ally Storch (Ally the Fiddle, ex Haggard) sull’industrial metal oscuro di “Save Our Souls”, prima della conclusiva “One Last Song”, brano deliziosamente malinconico con un titolo decisamente indovinato. Dodici tracce racchiuse dietro una bellissima copertina che ricerca l’ispirazione negli scatti di Mick Rock, i Lord of the Lost spiazzano tutti, travolgendo, eccitando, emozionando. Qualche bonus track? Certo, una cover, e tanto per mettere le cose in chiaro si tratta di “The Look” dei Roxette, con ospite la pop star tedesca anni ’90 Blümchen! Favolosi!

(Luca Zakk) Voto: 9/10