coplord2(Dominus Records) Un tempo erano i Dungeon, senza dubbio la migliore power metal band mai arrivata dall’Australia: finita quell’esperienza, Lord Tim ha fondato i quasi omonimi Lord, che MetalHead ha già incontrato in occasione della pubblicazione di “Digital Lies” (QUI). Oggi la band pubblica un ep: due inediti e quattro cover di classici anni ’80 (“Message in a Bottle” dei Police, “The Sun always shines on TV” degli A-Ha, “Playing to win” degli LRB, e “Someone’s crying” degli Helloween). La titletrack si prende, potete non crederci, venticinque minuti e trentadue secondi: una durata che nel power forse avevano finora osato soltanto i Rhapsody of Fire… ci viene subito presentato il tema, immerso in un symphonic metal alla Kamelot, con tendenze da soundtrack e un buon potenziale esplosivo. Dopo un buon solo ruggente il pezzo si sposta su atmosfere più classiche, forse affini ai Dark Moor meno rockettari; le lunghe sezioni strumentali a centro canzone passano da momenti epicheggianti ad altri di velocità spigolosa. Dopo il rumore di uno schianto il brano si ferma, e riparte con un segmento slow molto interessante, che sembra ricreare con le keys i rumori dei macchinari di un ospedale: si riparte poi d’improvviso con una violentissima sezione estrema, per poi concludere con il tema, così come si era iniziato. Dopo quest’orgia sovraccarica, il power/thrash ‘semplice’ dell’altro inedito “Haunted” è un ottimo defaticamento! I Lord in questo ep sperimentano, si divertono e osano: la spropositata durata di “What Tomorrow brings” potrebbe tenere lontano molti possibili acquirenti, ma a me sembra che l’ep meriti, e non poco.

(René Urkus) Voto: 7,5/10