coplordi(AFM) Lordi, i Lordi. Cosa sono i Lordi? Perché esistono? Aspetto orrido, look creato dall’ispirazione e ammirazione verso l’horror, ma anche per far parlare di se? Capirai, nell’era della globalizzazione multimediale, dell’inflazione delle informazioni qualcosa bisogna pur inventarsi per emergere. Qualcuno in redazione ha detto “non sono una band ma un prodotto”. Io ritengo che siano l’ultimo esempio di quel modo di crearsi un’immagine, ma nello stile di molti altri che li hanno preceduti da tanto (vedi Alice Cooper, WASP, GWAR, White Zombie e ve li ho elencati in ordine cronologico proprio per meglio chiarire). L’immagine che nasce da uno scenario orrido e che tende ad essere semplificato e reso alla stregua di un simbolo standardizzato. Diciamolo francamente, al giorno d’oggi, 2013, ne abbiamo viste di cotte e di crude nella musica, dal punto di vista dell’immagine, e i Lordi non aggiungono nulla e nemmeno nella musica. Anzi, vanno a collocarsi in un filone dove le band per promuovere la propria musica si abbigliano in modo particolare, estremo. Non sto additando il cantante Mr. Lordi e i suoi, in fin dei conti il metal, la musica in generale, ha la sua valenza con l’immagine, solo che c’è chi calca la mano e niente di più. “To Beast or Not to Beast” nemmeno inventa qualcosa di nuovo e mi riferisco alla musica, dove è necessario andare a finire il discorso, ma conferma la capacità dei finlandesi di pronunciare pezzi orecchiabili, immediati e, volendo, accattivanti. Musica facile, un heavy forte e a tratti dirompente, per un sound che non sembra innovarsi e che se con questo “To Beast or Not to Beast” incasserà buoni riscontri, allora la band sarà invogliata a continuare in questa direzione. Si candidano nuovamente ad essere un fenomeno del metal da “sceneggiata”. E’ il loro modo di essere e di fare va anche bene. “To Beast or Not to Beast” l’ho ascoltato con piacere, conscio però delle voragini in cui troppi passaggi sembrano scontati.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10