(GoodDamn Records) Costellazione thrash, la stella Lost World Order riprende a brillare per la terza volta, ma di luce riflessa. Non c’è molto di proprio in questo nuovo album. E’ un thrash dal taglio classico, che nell’iniziale “Before the Light” riporta alla mente un qualcosa degli Exodus e continuando in scaletta c’è l’anthraxiana “Shadows at the Graveyard” oppure le influenze Vio-Lence di “Coma. Non c’è solo il thrash della Bay Area in “Parasites”, esempi dei loro connazionali Kreator sono anch’essi rintracciabili (ad esempio “The Ritual”). I momenti migliori di questo album sono “Resurrection (of the Order)”, per la sua struttura articolata, “Dependence Day”, “Merciless (A Brutal Finale)”, ma soprattutto la conclusiva “The Disowned Son”. I LWO non suonano male, ma ascoltarli e provare a capire quali delle note udite risuonino con quelle di altre ancestrali band thrash metal è disarmante. E’ difficile valutarli, “Parasites” è anche registrato bene. Accontenterà i fans più oltranzisti del thrash metal, ma allo stesso tempo rischia di sfiancare gli appassionati per il suo debito stilistico verso i grandi del genere.

 (Alberto Vitale) Voto: 6/10