copluciferianlightorchestra(Svart Records) A questo punto non c’è più molto da dire sul genio di Christofer Johnsson. Tutti i segreti (o quasi) relativi a cosa e chi siano i Luciferian Light Orchestra sono stati (forse) svelati: chi li ha visti dal vivo (come me), maschere o meno in volto, sa (circa) chi c’è sul palco, come si sa perché questa band esista ed anche il perché delle canzoni. Tuttavia si narra che un tempo esistevano i Therion e pure i Theli. I Theli erano i Therion bis, se volgiamo, un’altra strada da provare. Poi l’etichetta fa firmare i Therion ed i Theli chiudono bottega, con un tributo ricevuto grazie all’album “Theli”, dei Therion appunto; Dei Theli rimasero due brani: “Cults of the Shadow”, apparsa su quell’album epocale ed un’altra canzone nota anche come “la canzone perduta” (‘the lost Theli song’). Con l’idea alla base dei Luciferian Light Orchestra, quel brano avrebbe dovuto resuscitare e finire sul debutto, ma l’esigente Christofer non fu soddisfatto del suono. Ulteriore lavoro oggi ci siamo: la canzone perduta non aveva un testo, quindi con delle parole in onore del blues man Robert Johnsson (che vendette l’anima al diavolo per diventare il migliore chitarrista blues) è diventata “Where the Lilies Grow”, la canzone che ha scatenato l’intera idea per la pubblicazione di questo EP, di questo EP nero. Quattro tracce molto Therion, molto seventhies… decisamente Luciferian Light Orchestra… con una Mari Karhunen più che fantastica, più che divina… probabilmente la voce femminile che più amo sulla scena, sia essa imprigionata tra i solchi del disco o sommersa dalle luci del palco. “Evil Masquerade” è evocativa, inquietante, ricca di cori, con il senno del poi e dopo un album, è palese che questa è proprio la versione anni settanta dei Therion classici. Punto. Stupenda “Where the Lilies Grow”, estremamente melodica, ricca di groove e di un’atmosfera sfuggente, grazie alle keys ed ancora una volta alla voce di Mari. Energetica “Serpent Messiah”, quasi metal, sognante, stuzzicante (con linee vocali coinvolgenti, multiple… credo di sentirci anche il timbro Linnéa Vikström dei Therion). Sensuale e suggestiva la conclusiva “Thunder Perfect Mind”, con parti corali maschili che ancora una volta richiamano alla band madre. Ricordo c’era una cosa che mi ronzava in testa quando uscì il debutto un anno e mezzo fa; quel sound, quel vintage, quel feeling seventhies, quell’atmosfera occulta… era tutto perfetto per una label ben specifica, a mio avviso la migliore per questo tipo di sound. Poi un giorno mi arriva la mia settimanale valanga materiale da recensire, anche Svart Records tra i mittenti. E si. Io l’avevo previsto, o perlomeno intuito. Luciferian Light Orchestra è dannatamente Svart Records, Svart Records è dannatamente Luciferian Light Orchestra. E questo EP celebra le due realtà: una artistica ed una discografica, entrambe eclettiche, geniali, libere da vincoli e costantemente vaganti nei meandri delle tenebre.

(Luca Zakk) Voto: 9/10