(Moribund Records) Dopo un intro tanto inquietante quanto assurdamente celestiale, ecco che i messicani Luciferian Rites ricordano a tutti chi sono, di che pasta sono fatti, ricordano al mondo che in Messico loro sono tra i massimi esponenti del black, quello vero, quello essenziale, quello disperato, quello che non cerca modernismi o addolcimenti di alcun genere. “Oath of Midnight Ashes”, la loro terza opera, celebra quasi vent’anni di dissoluta ed oscura esistenza, con un vocalist incredibile, un deviato e posseduto devoto alla devastazione, capace di uno scream talmente estremo da portare la mente verso lidi più vicini al DSBM… anche se musicalmente i Luciferian Rites sono ben lontani da qualsivoglia depressione, visto che spingono sul pedale di un black efferato, sempre tirato, con laceranti aperture dal sapore rituale che si incastrano subdolamente tra blast beats furibondi, tremolo laceranti e remoti organi che ogni tanto esaltano quell’atmosfera deliziosamente dissacrante. Poi ci sono brani come “Bats of Crimson Wisdom” capaci di innalzano l’atmosfera con parentesi più introspettive, o capitoli quali “Behind the Leviathan Storm” che alternano un tremolo iper melodico a un mid tempo decisamente accattivante. Ottima “Astral Decay of an Old Melancholy”, un pezzo disperato, furibondo, ma ricco di idee melodiche anticipate dall’ottima chitarra della parte iniziale. Irresistibile “Lords of the Last Abyss”, uno dei migliori capitoli dell’album, tanto esaltante quanto pregna di dannazione l’ottima “By Sacrament of Grief and Pain”. Vi piace il black evoluto, quello moderno, forse avant-garde, oppure sinfonico… magari quello devoto ai synth? Oppure amate il black tribale, vichingo o folkloristico? Bene, allora state lontani dai Luciferian Rites. I Luciferian Rites sono massima devozione al satanismo, tendono a un black efferato di matrice finnica, un black metal nero come la pece, freddo come lo spazio siderale, oscuro come il cosmo più profondo e sulfureo come gli inferi più profondi e lontani da qualsivoglia grazia divina!

(Luca Zakk) Voto: 9/10