(Autopoduzione/Weird Truth Production) 3′ e mezzo di ambient nero, synth, suoni, una chitarra che batte note ipnotizzate. Sostanzialmente una intro lunghissima. L’identità vera di Luca Desideri aka Martyr, ovvero Lucus A Non Lucendo, la si evince da “Oikeiosis I”, 11′ minuti di blak metal sulfureo, lento, molto, con synth epici, grandiosi e la chitarra che lacera l’atmosfera con ipnotica insistenza. Si va avanti per molto, poi la melodia distorta della sei corde si ritrova da sola, mentre sullo sfondo una esile tastiera e il suono dei tuoni e della pioggia i quali conferiscono una catarsi purificatrice. “Oikeiosis I” riprende a pulsare con la precedente disperazione e una struggente melodia finale portata avanti sempre dalle tastiere. Segue un altro intermezzo d’atmosfera, con una chitarra che sostiene la melodia portante. La vera ondata di decadenza arriva con “Oikeiosis II”, dove i toni sono molto più sostenuti e ruvidi e l’atmosfera e segnata in modo più trionfale. Chiudono i quasi 11′ di ambient-black-doom, outro che chiude i cancelli di questo abisso. “Philosophical Black Purity” è un’opera di nichilismo musicato e nei ringraziamenti e nelle pieghe dei testi si cita Nietszche, Seneca ed Evola. I testi però, esplicativi nell’esporre i loro temi, sono diluiti in questo mare di oscurità, il quale si manifesta senza scorci di serenità e le sue acque torbide sono irrequiete e portano spesso a perdere rotta. Se da una parte i due frammenti di “Oikeiosis” presentano una composizione oscura, claustrofobica, ma con uno sviluppo interiore, dall’altra i momenti ambient (“Introduction”, “Intermezzo” e “Outro”) essendo molto dilatati disperdono l’attenzione dell’ascoltatore. Lucus A Non Lucendo è un progetto, forse un’opera in costruzione e per ora siamo alle fondamenta, ma l’architettura intravista sembra interessante. “Philosophical Black Purity” è disponibile nell’edizione digipack in sole 300 copie numerate.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10