(Underground Symphony) I simpatici polacchi Lux Perpetua guardano in tutto e per tutto al passato: il loro debut sembra concepito alla fine degli anni ’90, e la sua natura ‘vintage’ costituisce indubbiamente la sua forza. La titletrack rimanda subito al sound della golden era: symphonic power metal con qualche accenno folk che dice Rhapsody, Dark Moor e Fairyland, senza blast beats e senza growling… insomma, il ‘semplice’, bellissimo power metal dei suoi giorni migliori! Solo la Underground Symphony poteva (ancora) mettere sotto contratto una band così… ottimo refrain per “Army of Salvation”; “An old Bard” insiste ottimamente sul discorso folk, mentre la ballad acustica “Eversong” ha addirittura qualcosa dei Blind Guardian… la coppia “Riders of the Dead”/”Rebellion” punta su cori semplici da cantare e ritornelli incisivi, spingendo in velocità; i nostri sono capaci anche di strutture più complesse e variegate, come quelle di “The Werewolf”. Si chiude con la velocità e la carica positiva di “Straight back to Hell” un disco per nostalgici e amanti di quell’ondata ‘fantasy metal’ che ancora, qualche volta, sembra riemergere dal passato.

(René Urkus) Voto: 7,5/10