(Debemur Morti Productions) Il quarto album dei londinesi Lychgate arriva ben sette anni dopo il suo predecessore e si presenta sotto una veste molteplice quanto accattivante. I Lychgate riescono a far coesistere il black metal, non quello old style e dunque classico, piuttosto quello di forma contemporanea e influenzato anche dal death metal. Poi c’è il thrash metal, variazioni jazz, d’atmosfera e neo-psichdeliche, attraverso un suonare degnamente prog. La vastità della materia sonora degli inglesi è considerevole, lo sfumare tra passaggi d’atmosfera e linee melodiche di una solida concretezza, sono movimenti abili da parte della band. Parti eleganti si susseguono ad altre imperiose o scandite, attraverso passaggi con spinte propulsive potenti oppure fulminanti, fino dunque a mostrare un ventaglio di soluzioni che vanno da una sperimentazione di natura prog e e fino al tipico e irruento black metal. Il discorso musicale degli inglesi è aleatorio, emotivo, fugge attraverso una linea concettuale non semplice. Un fluire che lascia spazi interessanti o momenti a un regime meno intenso e con idee che escono comunque fuori dalla norma. “Precipice” è un ribollire della materia musicale, un mondo nel quale si avvicendano parti sovversive, d’impatto, con situazioni diversamente creative, magari inattese come gli scorci calmi e di atmosfera con momenti anche onirici.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10