(Graviton Music Services) Sono passati otto anni da “Infinitum” e per tanto sono cambiate delle cose in seno alla band olandese. Mutano le cose nel tempo e anche il sound dei Magnacult ha effettivamente traslato il significato della sua essenza. Resta confermata la capacità della band di agganciarsi a certi apetti, generi precisi, esprimendoli attraverso un suonare che li palesa nella loro interezza. “Lucis” è un robusto metalcore che esprime il suo retaggio thrash, death e groove metal, senza scadere dunque in fasi melodiche che contrastano le parti tinte di groove e potenza. Gli elementi thrash e melodic death metal si fanno sentire in “Lucis”, soprattutto attraverso una base ritmica rinforzata dai riff delle chitarre che si sommano a questi ritmi. La produzione offre un album meno piallato del previsto e con le sfumature di genere che si intendono lungo l’ascolto. Infine si assiste a un tellurico rosario di pezzi, nei quali il riffing delle chitarre è feroce, coperto di groove e sulla distanza si dimostra anche articolato. I pezzi che sono un misto di potenza, impatto, maestosità la quale è ben manifestata in “Deceived From Day One”, dove la band appare come i Morbid Angel in una versione thrash-death metal, e in “Final Decision II”. Sebbene “Lucis” esprime nell’immediatola sua potenza, con qualche ascolto in più si arriva a familiarizzare con le sue articolazioni e cambi di passo. I Magnacult comunicano forza, attraverso riferimenti riproposti senza essere una parodia, come Slayer, Sepultura e Pantera. Vige un clima melodico attraverso atmosfere maestose e imponenti, le quali potrebbero essere in futuro maggiormente sviluppate.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10