(Personal Records) Durante la pandemia i Majestic Downfall hanno registrato il loro sesto album. I primi due, cioè “Temple of Guilt” e “The Blood Dance”, rispettivamente pubblicati nel 2009 e nel 2011, che misero in chiaro le tendenze doom metal della band, sono stati pubblicati dalla nostra connazionale My Kingdom Music. La band oggi mostra un certo smalto, palesando una maggiore eleganza rispetto al passato e delle radici cupamente doom metal ancora ben salde. “Aorta” consta di quattro lunghe composizioni per oltre un’ora di musica, nelle quali Jacobo Córdova (fondatore della band, voce, tastiere, chitarra e batterista) e tutti gli altri, alternano passi spediti a momenti decadenti e sofferti. Uno stile maturo, essenzialmente old style che fanno della band una giusta prosecuzione di concetti già esposti da altre band nate almeno se non oltre una decina di anni prima di essa. Katatonia, Nightfall, My Dying Bride per esempio hanno dato un segnale forte già negli anni ’90, poi captato ed elaborato da altri. Tra questi appunto i Majestic Downfall che hanno raccolto il tutto e oggi riescono a suonare ancora in maniera attuale. La produzione rende ogni messaggio chiaro, ogni nota con la sua giusta proporzione e in un album così lungo e strutturato l’ascolto è abbastanza semplice. Si è detto del doom, anche se i Majetics sono da diversi anni considerati un gruppo doom-death metal. Proprio le melodie toccano essenzialmente i canovacci del primo genere e sono comunque inferiori per quantità e intensità le strutture ancorate ai principi del secondo. Innegabile comunque che la band avanzi, ancora oggi, in territori saturnini, ombrosi, ammantati di quella tenue e sentita disperazione.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10