copmakemead(Tenacity Music) Pochi anni di vita e un EP nel 2011 curato da Johann Meyer (Kandyss, Yverdoom, One Way Mirror, Kruger) e adesso il debut album che svela quanto i Make Me A Donut siano una formazione capace di produrre già buoni livelli musicali, fatti di djent-prog-cyber death metal. Strutture sonore frammentate, scolpite con decisione e precisione. Questa band sembra conoscere la propria direzione sonora da sempre e i soli tre anni di vita non si sentono. Appaiono già ampiamente maturi i Make Me A Donut. “Olson” supera di poco la mezz’ora attraverso una serie di riff che si ramificano, si stoppano, rinascono, si evolvono, sorretti da una sezione ritmica assolutamente anfetaminica e altrettanto complessa. In “Olson” le melodie vanno letteralmente a farsi benedire! Le uniche situazioni melodicamente rilevanti (cito forse l’unica, ovvero “Psychic Cristallization”) sono i pochi assoli, qualche particolare evoluzione riff-ritmi, dei passaggi improvvisi, ma nella sostanza questo album è un qualcosa che si scompone, si spacca e si sminuzza autonomamente e continuamente. Se non siete abituali fruitori di questi sound quasi matematici e claustrofobici, allora i Make Me A Donut risulteranno come un essere mai visto che utilizza una lingua sconosciuta e incomprensibile. Ci vuole pazienza in questo ascolto perché il vostro cervello dovrà seguire tutti i percorsi fitti e intricati che vi porrà dinnanzi per arrivare alla giusta comprensione di tanta tecnica espressa da una forte voglia di mostrarla.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10