(Svart Records) Un paio di anni fa il debutto di questa prog rock band finlandese mi entusiasmò (qui). Ora sono tornati, più creativi e creativamente indipendenti che mai. “Toinen Toista” è una liberazione totale di musica melodica, rockeggiante ma infinitamente dolce, suggestiva, piena di sogni. Chitarra, basso, batteria, voce, keys e hammond: la formula dei viaggi con la mente ben oltre i confini terreni, i confini spirituali, qualsivoglia tipo di confine che viene letteralmente annullato dalla musica. Rispetto al primo disco, qui le cose si fanno più complesse ed intricate. Non ci sono brani come “Aarnivalkea” o “Unessakävelijä” che nella loro struttura contorta risultavano immediatamente magnetici e piacevolmente ossessivi. Sul nuovo lavoro tutto è intensificato ma spalmato equamente sulle cinque tracce presenti, offrendo una eccellente dimensione globale piuttosto che un terreno di alto livello con alture di particolarmente sovrastanti sul resto. Sembra quasi che il disco sia più oscuro, riflessivo… in un certo senso più spirituale (ammesso che con i Malady si possa concepire un livello di spiritualità musicale superiore a ciò che li definisce). La title track offre molta atmosfera. Per restare in casa, mi vengono i mente certe teorie degli Orne. Ma l’atmosfera è comunque sovrastata da un prog rock di intenso, con giochi musicali geniali, un hammond presente, ma mai dominante, tuttavia essenziale per completare le sfumature sonore che si materializzano grazie ad un chitarra immensa e linee di basso semplicemente irraggiungibili. Teatrale l’interludio “Laulu Sisaruksille”: un incrocio tra prog e musica classica, con tanto di superlativi archi. Groove senza paragoni con “Tiedon Kehtolaulu“, altro brano con linee ritmiche superbe annegate in teorie melodiche che mi ricordano i norvegesi Tusmørke, anche grazie all’uso molto seducente dei fiati. “Etsijän Elinehto” si rivela ricca di colpi di scena e maledettamente provocante; offre atmosfere occulte, suoni cristallini, un brillare tipico della natura, un’oscurità tipica del percorso autunnale, il tutto con progressioni sonore immense, in perfetto e puro stile progressivo. La conclusiva “Nurja Puoli“, con i suoi quasi 23 minuti di durata, si rivela una prova sconvolgente (la traccia più lunga del precedente album era poco oltre il limite dei 10 minuti): non è assolutamente facile scrivere un brano così lungo senza mai, e poi mai, cadere nell’ovvio, nello scontato o nella monotonia; sembra quasi un mini album compresso in una canzone e contenuto dentro un altro album. Un disco che personalmente mi stimola leggermente meno del precedente. Ma sono sensazioni personali, e lo sono anche tali in funzione del tempo, del momento, dello stato d’animo. “Toinen Toista” è un concentrato di tecnica senza limite, la quale non è mai messa al servizio del virtuosismo, ma solo ed esclusivamente della musica d’insieme. Ancora una volta un album che non si può ascoltare ma percepire. Un album che si deve sentire con una gamma di sensi che va ben oltre il solo udito. Per quanto riguarda quest’ultimo, tuttavia, questa musica nasce indubbiamente per il piacere erotico del vinile.

(Luca Zakk) Voto: 9/10