(Nasz Sklep) Non avevo mai sentito parlare dei Malchus, formazione polacca giunta al quinto album ed in circolazione da quasi tre lustri. Dopo aver ascoltato “Ur”, credo proprio che colmerò questa lacuna quanto prima, procurandomi l’intera discografia della band. La proposta dei nostri è piuttosto eterogenea, ma allo stesso tempo con un trademark distinguibile, sia nei momenti più tirati ed aggressivi, sia nelle parti più progressive ed atmosferiche. La musica dei Malchus mescola infatti partiture death melodiche, inserti gothic e molto progressive. Per certi versi, alcune sonorità possono richiamare in qualche modo gli Orphaned Land, soprattutto sul brano “Nie Do Wiary”, caratterizzato da cori femminili molto solenni. Ma se il difetto principale della band israeliana è una certa prolissità (a mio avviso gli ultimi album degli Orphaned Land hanno perso l’immediatezza degli esordi), i Malchus bilanciano alla perfezione assalti death ed hardcore con momenti riflessivi decisamente suggestivi dove parti corali, tastiere e percussioni creano un’atmosfera sacrale, oscura e maestosa.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10