(Sun & Moon Records) In giro da cinque anni, questa band slovacca è tra le cose più putride e brutte del mondo. Ebbi prova di questo orrore al Beyond The Gates del 2018 (report qui), e mi impressionò questo atteggiamento totalmente scazzato ed egoista, questa ricerca di un look cattivo ma senza coordinamento, questo menefreghismo anche sul palco quando sembravano esserci capitati per puro caso, incuranti del folto pubblico dinnanzi. Un’aura così decadente può solo essere un punto di forza per questo black metal putrido, underground, old-school e molto poco curato, tanto da essere stata una delle band che più apprezzai in durante quel festival! All’attivo hanno due dischi di culto, con canzoni rigorosamente cantate in lingua madre, il primo dei quali (“Nordkarpatenland”) più in linea con il sound di questo strano EP. La stranezza sta nel semplice fatto che la release sembra in singolo, visto che contiene due soli brani, uno dei quali classificabile come intro atmosferico. La verità è che questa edizione unica (i brani non compariranno in nessun’altra release) sono ispirati al mito folk slovacco di ‘Kovovlad’, un essere demoniaco a capo dei tesori sotterranei, dei minerali, delle cavità che forse conducono agli inferi, il quale obbligò una ragazza della superficie a diventare sua moglie, condannandola irreversibilmente ad una vita nelle tenebre degli abissi della terra. La prima traccia dunque, vuole essere il ritratto sonoro degli orrori della prigione sotterranea, mentre la seconda traccia è una fumosa e funerea marcia verso un destino privo di luce, privo di gioia… privo di vita. I Malokarpatan non fanno black metal secondo gli standard odierni. E forse nemmeno secondo gli standard del passato. Ma, diavolo, il sound di questi perversi ‘Motörhead’ dell’Est è pura ed intesa dannazione, totale ed assoluta putrefazione!

(Luca Zakk) Voto: 8/10