(EX1 Records / Explorer1 Music Group) Chiamiamola eredità. Diciamo pure che è figlio d’arte… e pertanto parte ad una posizione favorevole, ma Wolfgang Van Halen -il figlio del compianto Eddie Van Halen- sa il fatto suo. Questa sua one man band, fondata l’anno scorso un mese dopo la morte del padre, dimostra al mondo che il ragazzo ci sa fare, sa suonare (si è occupato di tutti gli strumenti), sa comporre e sa anche cantare con una voce dannatamente rock, pungente, tagliente. Dopo svariati anni a fianco del padre come bassista dei Van Halen al posto di Michael Anthony, il trentenne ha maturato una esperienza di massimo livello, prendendo sicuramente spunto dal padre per quanto riguarda le idee della chitarra, ma creando qualcosa di suo, di personale… cercando di prendere il controllo della sua scena, ora che l’ala protettiva del genitore non lo c’è più, scatenando una metafora artistica che lo vede uscire dal nido, alzarsi in volo per la prima volta. C’è un mix di hard rock classico e di tendenze moderne in questo piacevole album. “Mr. Ed”, probabilmente un tributo, è decisamente heavy, ricca di groove, sferzata da un riff molto incisivo circondato da un senso di malinconia il quale evolve verso una specie di grido liberatorio sul ritornello. Spunti heavy funk su “Horribly Right”, graffiante e vagamente southern “Epiphany”, brano che evolve leggermente in direzione goth, dimostrando un’ottima variabilità vocale. Headbanging con “Don’t Back Down”, calda, arida, bluesy e polverosa “Resolve”. Scatenata e spensierata “You’ll Be The One”, brano con interessanti arrangiamenti dal sapore moderno affiancati ad un ottimo assolo sporco e selvaggio. Introspettiva ed oscura “Mammoth”, molto intima la ballad “Circles”, la quale diffonde quella mestizia tipica del rock odierno. Un brano irresistibile, con un riff irresistibile, un grove irresistibile ed una ritmica irresistibilmente coinvolgente? Senza dubbio “The Big Picture”. Sentore ottantiano con “Think It Over”, provocante e grintosa “You’re To Blame”. Arrangiamenti ricercati su “Feel”, ottima divisione ritmica sulla tuonante e tenebrosa “Stone”, la quale chiude la setlist nelle versioni che non includono la bonus track, ovvero “Distance”, un pezzo moderno che emana un luminoso senso di avvilimento espresso con un rock energetico. Rock, heavy, grunge, metal, alternative: Wolfgang non mescola cose a casaccio, anzi, amalgama tutte queste influenze e queste idee in maniera ottimale, dando vita a ad un debutto penetrante, un’ora di musica piacevole, incalzante, trascinante, buona per chi ha gusti classici, irresistibile chi ama un rock più moderno.

(Luca Zakk) Voto: 8/10