(autoproduzione) La latitudine di questo modern-melodic metal è Rennes, in Francia, e pur non mostrandosi fresco in fatto di inventiva, è pur sempre un’onesta manifestazione del genere. La base ritmica contribuisce al buon dinamismo della band. Un dinamismo che in sede live probabilmente riusce a catturare ampi consensi. Per esempio “We Are Still Motherfuckers” dal vivo sterminerà la folla! I francesi anche in studio a comunicano un’energia propria, facendola scorrere attraverso i pezzi, dei quali “We Are Still Motherfuckers” e “Paris Palmyre” presentano qualcosa di rilevante rispetto alla media. “Riot” o “Pray” per quanto abbiano una classica fattura melodic metal, sono canzoni accattivanti, anche se la seconda soprattutto per la sua energica, groove e devastante coda finale. I Man’N Sin si mettono in mostra con spunti groove, alcuni bridge improvvisi e un cantante che per quanto urla, varia il suo modo di esprimersi, creano appunto momenti urlati e altri nettamente harsh. “Garden of Starvation” è un compromesso tra un retaggio moderno del metal e quell’attitudine melodic metal derivante da qualche decennio fa, nel quale un lotto di pezzi si dividono tra interessanti, altri coinvolgenti e comunque responsabili di un’atmosfera generale che pur non soffrendo del già sentito, alla lunga appare comunque prevedibile in alcuni passaggi.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10