copManzer(Armee De La Mort Records) Un tuffo nel metal estremo degli anni ’80. I Francesi Manzer propongono un album che può essere considerato come un tributo alla scena thrash/black metal di quegli anni, in cui i due generi non erano ancora ben distinti, come poi avvenne all’inizio degli anni ’90, quando esplose il black metal Scandinavo. Lungo tutto l’album, traspare chiaramente la grande passione della band Transalpina per gruppi quali Venom, Bathory, Aggressor, ma anche per il metal classico, visto che di tanto in tanto compaiono momenti maggiormente melodici vicini alla NWOBHM. La voce di Shaxul è ruvida e sguaiata, una versione un po’ più rauca di Cronos, mentre i brani sono grezzi, brevi e diretti, lontani da orpelli ed abbellimenti. Tra i brani, spicca la malvagia “Tour De Draules”, puro speed metal alla Exciter, lanciato a velocità folli, con brevi intermezzi maggiormente melodici sulla scia dei primissimi Iron Maiden. “Rite Of The Beast” è più thrashy, con una vena rock’n’roll tanto cara ai Venom. Ancora la band di Cronos che sale in cattedra nel brano “Satanatheist”, dal riffing ignorante, grezzissimo ma accattivante. C’è spazio anche per le cover di “Ace Of Spades” dei Motorhead, resa in maniera abbastanza fedele all’originale, e di “Come To The Sabbath” dei Mercyful Fate, strumentalmente riproposta discretamente, mentre c’è molto da ridire dal punto di vista vocale, visto che la voce di Shaxul non è certamente adatta ad emulare quella dell’istrionico King Diamond. Un album onesto, sicuramente non imprescindibile, ma suonato con innata passione, riportando alla luce un tipo di metal estremo ormai disperso tra tecnicismi e contaminazioni varie.

(Matteo Piotto) Voto: 6,5/10