(Disgorge Media) I Marasmus suonano un brutal death metal di proporzioni assassine. Dieci pezzi (comprese due intro) che ricoprono di sangue l’atmosfera a causa di un riffing serrato, pesante come un’ascia maneggiata con istinto violento. Le canzoni hanno tutte un passo breve, spesso non arrivano ai 3’, la batteria di Trynt Kelly è vivace, ma quanto fastidio da quella doppia cassa triggerata, da sembrare una macchina da scrivere! Spaventosamente denso e tuonante invece iI basso di Brandon Rockhold. I pezzi si assestano tutti su livelli estremi, le chitarre sanguinano riff in continuazione e danno alle macabre melodie un’identità allucinante e dinamica. Il contesto però è quello di un album in cui le canzoni sono dei blocchi, i quali pure se rivelano alcune rifiniture di pregio non si scostano dall’aspetto di una brutale e violenta esecuzione. Insomma, quella catasta di cadaveri in copertina (bellissima, per il concept e i colori) descrive benissimo la musica che ricopre. Questo sono i Marasmus, un atto violento ed estremo e privo di compromessi. La band nasce nel 2007 e proviene dalla scena di Kansas City e prima di questo debutto ha realizzato un EP dal titolo “Diseased”. “Mountains of Dead” è una prova dirompente perché è un debutto allucinante nella sua padronanza esecutiva, ma nel complesso è stilisticamente standardizzato nei dettami del genere.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10