(Indie Recordings) Sempre emozionanti i norvegesi Maraton, i quali tornano con un nuovo lavoro, il seguito dell’ottimo debutto “Meta”, uscito nel 2019 (recensione qui). Con questo nuovo “Unseen Color” alzano il tiro, abbracciando più intensamente certe teorie dark wave, anche se musicalmente si scatenano più ampiamente, offrendo all’ottimo vocalist scenari da esplorare ed esaltare, sia con impostazioni taglienti che con un falsetto semplicemente irresistibile. Oltre alla voce, i Maraton spingono con ritmiche seducenti, elettronica tetra, chitarre brillanti, drumming progressivo e linee di basso avvolgenti… arrivando a livelli artistici che mi fanno pensare a bands come i Lerpous. Intima e delicata “In Syzygy”, elettrizzante “Contranym”, nasconde idee etniche il rock pop dell’intensa “Non-Euclidean Heart“, uno dei pezzi con le linee di basso più rombanti. Gran performance vocale sull’elettronica di “Blind Sight”, decisamente stupenda “Perdurant Lives“, con quell’incedere decadente, meravigliosamente gotico. Ci sono gli anni ’80 dentro “Boltzmann Brain”, ipotesi ambient e synth rock con “Odradek”, rock moderno e molto solido con “Imitation Fles”. In chiusura la dolce e profonda “A Body of Your Own”, altro brano che mette in evidenza creatività ed ancora una volta la voce di Fredrik Bergersen Klemp, e l’epilogo della conclusiva title track, brano contorto, suggestivo, progressivo, intenso e ancor più inaspettato, impensabile, umanamente inconcepibile. Crescita artistica evidente, una proposta di brani tutt’altro che prevedibile… quasi giocando con il concetto di fondo dei testi i quali trattano l’accettare tutto quello che, nella vita, è sconosciuto… imprevedibile e spesso profondamente sorprendente!

(Luca Zakk) Voto: 9/10