(I, Voidhanger Records) Prosegue il viaggio dei Mare Cognitum verso i confini dello spazio conosciuto… e non. E la velocità non è certo quella della luce, visto che l’album è composto di sole cinque tracce ma della durata media di dieci minuti. La struttura canzone è quindi dilatata, sonnolenta quasi, un black che trova più punti in comune con il doom che con il death. Su tutto impera la voce lacerante dell’unico membro del gruppo, tra melodie decadenti e inni alla disperazione, per un lavoro molto coinvolgente e d’atmosfera. Tuttavia ci sono alcuni brani che aprono con vere cavalcate in pieno stile black, anche se comunque si sente una debole impronta melodica di sottofondo. Ma il disco va vissuto nel suo complesso, come un viaggio appunto. Solo che qui la destinazione rimane ignota ed è tutto sommato un bene. Infatti l’ascoltatore è portato ad percepire l’opera nella sua interezza, quasi fosse un concept. Come per i lavori precedenti, non siamo di fronte al canonico black metal e il gruppo deve in definitiva piacere o no, punto.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10