(Andromeda Relix) Progressive rock con gusto molto classico per gli italiani Marygold, band ormai ultra ventennale, la quale attraverso vari cambi di line up rimane comunque in circolazione, dopo aver dato vita ad un solo album prima di questa nuova convincente release. Quasi un’ora di melodia intensa, creatività, libertà stilistica che integra una tecnica intensa, resa comunque in qualche modo fruibile e godibile per un pubblico non ristretto, relativamente eterogeneo. “Ants in the Sand” è quasi rock/hard rock ottantiano… un brano che all’epoca non sarebbe più uscito dalle chart e dalle riproduzioni in radio. Il livello tecnico cresce di molto con “15 Years”…il tutto diventa più teatrale ma anche futurista… ed è impossibile non pensare ad una versione semplificata di Ayreon, cosa poi confermata dalla bellissima “Spherax H2O”. Tecnica libera da barriere e confini con “Travel Notes on Bretagne”, brano con una chitarra semplicemente favolosa. Incisiva e profonda “Without Stalagmite”, pura divagazione ed intensità emotiva con “Pain”. La lunga e conclusiva “Lord of Time”, mi fa ricordare i Trans-Siberian Orchestra… tanto è teatrale, progressiva ed emozionalmente potente. Disco intelligente, suonato e composto con stile, arte e genialità. Certo, non è un disco banale, e nemmeno facile in senso stretto (tranne per il brano di apertura); un disco che sembra pensato per un pubblico colto e ricercato, anche se la sequenza di melodie riesce a farsi apprezzare pure dall’ascoltatore medio. Ma qualsiasi sia il livello di cultura musicale dell’ascoltatore, “One Light Year” riesce a penetrare, ascolto dopo ascolto, spiegando, suggerendo, rivelando ed alimentando sentimenti di qualità pregiata. Un altro esempio di ‘underground’ italiano, spesso un po’ dimenticato, a volte anche ignorato: un esempio sublime, magico, infinitamente suggestivo.

(Luca Zakk) Voto: 8/10