copmaterdea(Midsummer’s Eve) I Mater Dea sono una band davvero interessante, e la loro musica si colloca in una feconda regione di confine poco sfruttata in Italia, ma che spopola soprattutto in area tedesca. Non voglio certo dire che i milanesi suonino Mittelalter Rock, ma non credo di sbagliare nel dire che la loro ispirazione generale sia più mitteleuropea che mediterranea: insomma, immagino che se ai Faun imponeste di suonare con strumentazione 100% elettrica, ne uscirebbe qualcosa di molto simile al sound dei Mater Dea. “Beyond the Painting” dispiega un symphonic gothic metal potente ma anche, in più di un passaggio, fiabesco e dall’aura medievale. Dal canto suo, “Whispers of the great Mother” ha (dopo l’intro acustica) un andamento vagamente progressivo, che potrebbe ricordare cose degli Xandria o degli Ancient Bards – la voce di Simon Papa è peraltro abbastanza simile a quella di Sara Squadrani. La titletrack vira forse verso toni alla Epica, ma senza la componente boombastica del sound (non che sia necessariamente un male); “Land of Wonder” è una gradevole power ballad medievale, dove però sono forse un po’ stucchevoli le voci iniziali. Il pezzo che mi ha convinto di più è la conclusiva “Haerelneth’s Journey”, in cui si mescolano alla perfezione la componente metal e quella medieval/folk. Un prodotto che qualcuno potrebbe definire, limitandolo fortemente, “new age”: in realtà mi sembra che questo sia un folk metal intrigante, ispirato e a tratti fiabesco.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10