(autoproduzione) Sette live erano ancora pochi per i Mayhem, eppure dopo l’eterno e insuperabile “Live in Leipzig” potevano anche risparmiarseli tutti gli altri. Invece Hellhammer, batterista, e Attila Csihar, cantante, hanno guidato l’entità Mayhem verso un’altra operazione dal vivo, volta a riesumare “De Mysteriis Dom Sathanas”, ovvero il primo e solenne album della band black metal norvegese. Opera sonora leggendaria, sia per stile, sound, per la ‘rotta’ tracciata e perché vi suonò Euronymous e Varg Vikernes (carnefice del primo). Alcuni pezzi erano pervasi da un’aura mitica per essere comparsi in precedenza proprio in quell’eterno maelstrom della distruzione e dell’estremismo musicale che fu quel succitato concerto a Lipsia, trasformato appunto in album dal vivo. “De Mysteriis Dom Sathanas” è forse l’album che più di tutti ha contraddistinto un genere spietato, guerrafondaio, estremo, infernale. Cattivo! La sapienza e la maestria che i musicisti hanno saputo veicolare in questo lavoro oscuro e caotico, più di quanto lo stesso inferno possa essere, è impressionante. Suonato il 18 dicembre 2015 a Norrköping in Svezia (nell’ambito del Black Christmass Festival) e per intero, l’album qui riproposto come “De Mysteriis Dom Sathanas Alive” dimostra come dopo oltre venti anni dalla pubblicazione e pur non prevedendo gli stessi musicisti che lo incisero (mancano Euronymous e il Conte Grishnack, cioè Varg Vikernes, oltre a Blackthorn), sia tra il migliore, fiero e feroce black metal mai realizzato. L’esecuzione è affidata a Necrobutcher, bassista e in formazione da oltre quindici anni, Ghul e Teloch, chitarrista in passato nei Cradle Of Filth il primo, ma entrambi di casa nella band già da qualche anno. Poi ci sono i ‘sopravvissuti’, l’eterno e martellante Hellhammer e la voce dell’oscurità, Attila Csihar. Il fragore delle chitarre è insidioso e gelido, scorre in modo estremo e si erge come una muraglia sonora poderosa. Hellhammer scansiona i colpi con maestria e Cshiar sembra volere fornire la stessa e autentica interpretazione del 1993. Sostanzialmente l’operazione celebrativa riesce alquanto bene. Non si potrà dire che a questo lavoro dal vivo manchi qualcosa e soprattutto lo spirito diabolico che la band ha saputo disegnare in queste canzoni ormai celebri. Nessuna ulteriore considerazione approfondita su “De Mysteriis Dom Sathanas Alive” che per quanto suonato oggi e da attori in parte diversi, resta qualcosa di essenzialmente unico e la cui dimensione dal vivo poco toglie o aggiunge alla sostanza delle cose. Sono suoni diversi quelli di Norrköping da quelli del The Grieg Memorial Hall di Bergen, dove venne registrato l’album, eppure la grossa voragine nella quale l’intero universo sembra sprofondare in ogni singola canzone è qualcosa di sconvolgente.

(Alberto Vitale) Voto: ne avete bisogno?