(Universal Music Group) Sono passati ben sei anni da “Dystopia” (recensione qui), album che ha rialzato non poco le quotazioni dei Megadeth dopo alcuni disci non certo brutti, ma piuttosto altalenanti… e il merito di questa ritornata ispirazione va sicuramente a Kiko Loureiro, chitarrista funambolico in grado di non fare rimpiangere un mostro di bravura come Marty Friedman. Attendevo con ansia l’uscita della nuova fatica targata Megadeth, nella speranza di ritrovare intatta la vena compositiva di Dave Mustaine e soci, soprattutto dopo essere rimasto impressionato dai tre singoli apripista all’album, due dei quali ci riportano alle sonorità thrash di “So Far, So Good… So What!”, mentre il terzo è più vicino allo stile di “Countdown To Extinction”. La title track apre le danze su ritmiche rocciose e cadenzate, intervallate da assoli brevi ma incisivi, con la voce di Mustaine che ringhia come ai vecchi tempi. “Life In Hell” alza notevolmente la velocità, con rasoiate di chitarra e assoli nuovamente vincenti, mentre è la parte vocale a non convincermi appieno, con la voce di Dave che sembra quasi stanca o comunque meno integrata al brano. Discorso differente per “Night Stalker”, uno dei tre singoli di cui accennavo prima: un brano che potrebbe stare tranquillamente su “Rust In Peace” per la ferocia abbinata alla tecnica che sprigiona, con lo special guest Ice-T che arricchisce ulteriormente un pezzo praticamente perfetto. “Dogs Of Chernobyl” è un mid tempo ricco di mordente e con linee vocali particolari ed insolite, “Junkie” viaggia sulle stesse coordinate della title track, con ottimi assoli da parte di Kiko il quale fa ‘cantare’ la sua chitarra tra un riff e l’altro. “Sacrifice” potrebbe essere il brano perfetto da fare ascoltare a chi non conosce i Megadeth, visto che troviamo un po’ tutte le caratteristiche del sound tipico della band, dalle cavalcate potenti ai cambi di tempo, fino agli assoli vorticosi , ora più che mai dispensati a piene mani. “Soldier On” è il secondo dei tre singoli, più orientato verso ritmiche cadenzate, per la gioia di coloro che prediligono l’era “Countdown To Extinction” / “Youthanasia”. “Mission To Mars” è il l’unico filler dell’album per via di un ritornello banale che richiama lo stile dei peggiori momenti di “Th1rt3en”. “We’ll Be Back” è invece il capolavoro assoluto dell’intero platter, uno dei migliori pezzi della carriera di Mr. Mustaine! Il riffing visionario e tossico dei tempi di “So Far, So Good… So What”, linee vocali che ricordano molto da vicino quelle di “Good Morning/Black Friday” ritornello potente ed assoli come sempre meravigliosi. Un ritorno che supera ogni aspettativa! Bentornati Megadeth!

(Matteo Piotto) Voto: 9/10