copmegascavenger2(Selfmadegod Records) L’ipertrofia creativa di Rogga Johansson mi infastidisce, l’ho scritto già diverse volte, eppure Megascavenger è un suo progetto che aspettavo, perché l’EP “Songs of Flesh (Part I)” si era rivelato un lavoro di “Nihilist o comunque dell’old style fatto di muffa, cadaveri e funerali trasformati in banchetti allucinati del death metal svedese dei primordi“. Questo sembrava l’EP è questo è l’annunciato “Descent of Yuggoth”. L’album riprende il tipico death metal di una volta e credo con uno smalto che non sempre ho ritrovato in altri progetti, i tanti, che Rogga tira fuori di continuo. Probabilmente non è solo merito di Rogga e non lo scrivo per sminuire il vulcanico chitarrista (anzi strumentista, non suona solo la chitarra), visto che partecipano Dan Swano (Edge Of Sanity, Bloodbath) alla voce, cosa che fa anche Marc Grewe (Morgoth, Insidious Disease), e Jörgen Sandström (ex-Grave, ex-Entombed, Krux, Torture Division), inoltre la chitarra di Paul Speckmann (Master, Death Strike, Abomination) e dei solo di Patrick Mameli (Pestilence), Jonas Lindblood (Puteraeon) e Eric Daniels (Asphyx, Soulburn). Un parterre del death metal di tutto rispetto. Le chitarre vengono suonate con corde di granito, i suoni prodotti sono delle vere e proprie valanghe rocciose. Come sempre le composizioni di Rogga non si distinguono per melodie avvincenti, ma per dei riff che diventano degli assalti e portati avanti a testa bassa. A volte l’atmosfera diventa truce, come in “Void of Damnation”, il tipico brano in mid-low tempo di Johansson, oppure nella comunque veloce e devastante “Smokescreen Armageddon”. Se avete nella testa gli album dei Grave, Entombed, Hypocrisy (ma ci metterei anche i Master e i Carcass, per questi ultimi sentitevi cosa accade in “Funerals and Ceremonies”) allora dovete comprare questo album. Non si sposterà di una virgola dalle vostre preferenze. E’ l’ennesimo album targato Johansson dell’anno appena trascorso (l’album è uscito il 16 dicembre) e la cosa potrebbe stancare o indispettire chi ha già investito nei precedenti lavori, ma “Descent of Yuggoth” è decisamente la cosa migliore che ha fatto nel 2012.

 (Alberto Vitale) Voto: 7,5/10