(Camiroso.corp Label) I Mercic hanno dovuto attendere ben cinque ascolti per essere recensiti dal sottoscritto. La loro non è una musica facile, fatta di suoni stridenti e contorti, tracce dall’evolversi incerto e frammentato, capace di tenere l’ascoltatore incollato alla sedia mentre nelle cuffie scorre un fiume di pensieri messo in musica. La voce è forse l’elemento più canonico, anche se completamente funzionale allo stile proposto… sempre che di stile si possa parlare. È logico fin dalle prime tracce che qui non c’è uno strumento sopra gli altri, dove tutti sono protagonisti a loro modo in una formazione dedita ad uno space rock un po’ duro rispetto ai canoni ma perfettamente calato nella parte. Ecco allora suoni astrali di sottofondo a ritmi tecnologici ma a tratti primitivi, quasi tribali. Tempi morbidi scanditi da un basso molto raffinato, una voce narrante e dalle molteplici forme, una chitarra a tratti psichedelica, quando non è in mood più classico. E aggiungiamoci cori, rumori siderali di sottofondo e tanta tastiera. Il disco sembra deframmentato per la varietà delle composizioni, eppure si ritrova in ogni brano una caratteristica amalgamante a fare da firma per un lavoro personale, che sacrifica la commercialità a favore della poliedricità. Una scelta coraggiosa, assolutamente da premiare.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10