(Noble Demon) Debutta dopo un EP uscito l’anno scorso questo potente quintetto finlandese. Un debutto come formazione, ma non certo per quanto riguarda l’esperienza dei componenti della band! Mercury Circle, infatti, è un’idea di Jaani Peuhu, tastierista degli Swallow the Sun, oltre che chitarrista e vocalist degli Iconcrash. Con lui altri artisti noti, ovvero i chitarristi Juppe Sutela (To/Die/For) e Jussi Hämäläinen (Hanging Garden), il bassista dei Sleep of Monsters, Ande Kiisk, e il batterista dei Children of Bodom, Jaska Raatikainen. Il genere proposto si ricollega proprio a Swallow the Sun, To/Die/For, Sleep of Monsters, Iconcrash e Hanging Garden, un rock oscuro, gotico, lento, epico e ricco di synth, dieci brani variegati ma tutti accomunati da un senso malinconico spettacolare, suggestivo, intenso. La opener “The Gates Wide Open” ha un sapore particolare e mi porta alla mente i Kingdom Come con gli album dell’ultimo periodo, “Outlier” in particolare. Tendenze heavy pop con un refrain irresistibile sulla seducente “Black Mirrors”, tendenze gloriose annegate in una immensa mestizia su “You Open Up The Earth”. La title track si rivela molto atmosferica, introspettiva, con un’ambientazione quasi surreale, heavy goth nella la provocante “Seven Archangels”, mentre “Call On The Dark“ appare intima, ricca di synth, tanto delicata quanto pungente. Un dark teatrale con “Avalanche”, un’esplosione sonora che conduce lontano su “An Arrow”. “Like Matches” è maledettamente catchy, musicale, melodica, pezzo con che ospita anche una potente voce femminile (Cammie Gilbert degli Oceans Of Slumber), forse il brano più veloce dell’intero disco, poco prima della conclusiva “Death Poem”, canzone tanto drammatica quanto brillantemente trionfale. Album intenso, maestoso, curato. Speranze, sogni e promesse che si intrecciano e fondono con rimpianti, nostalgia e profonda tristezza. Un disco che coinvolge profondamente, catturando, avvolgendo, portando lontano, tra paesaggi tanto emozionanti quanto freddi, tanto luminosi quanto impenetrabilmente oscuri.

(Luca Zakk) Voto: 9/10