copMerryGoRound(Black Widow) Benché si siano formati solamente nel 2012, la storia musicale dei Merry Go Round inizia trent’anni fa; nel 1985, infatti, Michele Profeti (tastiere) e Stefano Gabbani (basso) formano gli Storks, band che affonda le proprie radici nel rock prog rock psichedelico, con forti influenze blues. Nel 1990 fondano, insieme a Daniele Caputo gli Standarte, altra band prog, caratterizzata da un massiccio uso del mellotron. Nel 2012 si riunisce la formazione originale degli Storks, ai quali si aggiungono Stefano Vitolo (chitarra) e Martina Vivaldi (voce). Nascono così i Merry Go Round. Il genere proposto è un mix di quanto suonato dalle due bands precedenti, ossia un rock psichedelico dalle forti venature blues e progressive, dominato dal suono dell’hammond, del mellotron e del moog (strumenti veri, d’epoca, non sintetizzatori). La sezione ritmica è potente, con il basso in rilievo e la batteria che non disdegna partiture jazz. La voce di Martina Vivaldi è potente, dotata di una grandissima estensione e selvaggia allo stesso tempo; una via di mezzo tra la mitica Janis Joplin e Jerney Kaagman (Earth And Fire). Le chitarre hanno un suono caldo e avvolgente, dato dagli amplificatori valvolari usati negli anni ’70. L’opener “Dora’s Dream” è incalzante, dal riffing sabbathiano stemperato da tastiere alla Deep Purple, con una parte centrale che ricorda vagamente i Mercyful Fate. “After” è caratterizzata da sonorità più soffuse dal sapore folk. Notevole “To Die Of Fear”, brano psichedelico dalle atmosfere spettrali. “In Search Of Lost Time” è dotata di una ritmica ipnotica, sulla quale si staglia l’hammond, e Martina Vivaldi mostra tutta la sua bravura, offrendo una prestazione vocale da applausi a scena aperta. Nella versione CD è presente, come bonus track la cover di “Friday The 13th” degli Atomic Rooster, dopo la quale parte una ghost track strumentale, pura improvvisazione jazz/prog con le onnipresenti tastiere che conducono le danze. Un album avvincente, che ci fa fare un tuffo nel passato, in quei mitici anni ’70 che ancora oggi non smettono di affascinare.

(Matteo Piotto) Voto: 10/10