copmetalthrashf(Autoproduzione) Ho pensato, dopo l’ennesimo ascolto di “Three Body Layers”, che effettivamente i Metalthrashfactory sembrano il clangore proveniente da un capannone industriale pieno di ferraglia in azione e che macina lavoro, caos, rumore, potenza. Non trovo gradevole questo nome, ma è un nome, insomma la band doveva pur darsene uno e questo riassume quel sound così corposo, groove, nettamente legato al trash metal e che sa di un ruggito meccanico in perpetua fase di azione. “Three Body Layers” nasce sotto una produzione asciutta, il minimo necessario per rendere i suoni chiari e diretti nella loro corposa potenza. “Horizon of Event” apre l’album con battuta violenza in low tempo, con quel riff che ricalca schemi sabbathiani ma stravolti. Il resto che segue è una mazzata continua, inferta con barre d’acciaio che hanno l’aspetto di chitarre poderose e affiancate da un basso che è la saldatrice tra il livello delle sei corde e il picchiare del drumming. Si ha subito la sensazione che la band non ami i tempi troppo veloci e dunque quell’atmosfera groove metal che sembra essere ricavata dal doom, dal southern metal, tipo Pantera, Down e Crowbar, ma anche dal crossover e dal metal hardcore, trova la propria giusta sintesi a basso regime. Tuttavia ho la sensazione che i MTF siano unicamente votati a creare impianti sonori dirompenti e potenti, inserendovi delle melodie e un cantato un po’ su di giri, quasi scocciato e scorbutico, ma comunque minaccioso. Potenza sonora, non importa poi tanto se ci capita nel mezzo “Comandante” (il Che Guevara), “Roof of Mind” e il suo tocco retrò e qualche altro atto di improvvisa e docile armonia; ogni passo di questo album è finalizzato a rompere la tranquillità con boati di metallo. Forse la pecca è quella di sentire alcuni pezzi che nei loro schemi tendono ad essere dilatati, ipnotizzati da riff che si inseguono con una scansione continua e senza sosta. Un metal sporco, parzialmente bestiale nell’impatto e con un sentore underground che lo pervade.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10