(Underground Symphony) Armando De Angelis concepisce il secondo album del suo progetto symphonic power metal che all’esordio, l’album “The Dark Tower”, ha presentato tematiche tratte dall’omonimo libro di Stephen King. Il titolo di questo secondo full length lascia intendere che in esso la fantascienza, mista a realtà storiche nate nelle civiltà umane, sono il nucleo che ha creato un tema caro al De Angelis, cioè lo scenario di un altro mondo, di un’altra dimensione antica o fittizia che possa essere. Un altro universo è ancora una volta il tema portante per testi e ovviamente la musica dei Mindfar. Il cast vocale è sontuoso, sono cinque cantanti che impersonano altrettanti personaggi della storia e almeno altri sei ospiti a costituire la band. La lista dei partecipanti è in fondo. De Angelis con i suoi colleghi ha costruito riff imperiosi e scenari epici, in poche fasi dal tono classico mentre per lo più lo stile dei Mindfar è un power contemporaneo con qualche buona influenza della scuola italiana. Andrea De Paoli (Shadows of Steel, Maze Of Heaven ed ex Labyrinth e Vision Divine) traccia quella profondità di campoi tra chitarre, ritmi e la linea vocale, creando uno sfondo tastieristico continuo sul quale le tracce di stile della band si sviluppano. Gianluca Carlini e Alex Mele, Kaledon il primo e Great Master e Sangreal il secondo, sono le sei corde che sviluppano una linea melodica andante. Accattivanti i ritornelli che risultano maestosi anche se tuttavia in ben oltre un’ora di musica la band traccia più passaggi, attraverso un tono parzialmente prog. La durata dell’album lascia pensare che un ulteriore tocco di sintesi alla storia, in alcuni punti esageratamente narrativa, avrebbe concesso all’ascoltatore un percezione più snella del tutto. Si pone spesso questa osservazione a lavori del genere, ma in fatto di concept, di album tra metal e orchestrazioni e soprattutto marchiati con un tocco prog, la prolissità diventa quasi un’esigenza.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10