(Terratur Possessions) Nonostante l’esigua quantità di tracce (tre), questo è da considerarsi come un vero e proprio secondo album del gruppo, un inno neanche minimamente velato allo gnosticismo, una pratica esoterica solo in parte riconducibile al cristianesimo, ma che ha con il tempo deviato dagli intenti iniziali e preso una strada ed una evoluzione tutta propria. Questo è l’album qui recensito, una dimostrazione che anche attraverso la musica si può perpetrare una scuola di pensiero. E logicamente qui si gioca con la prima cos anche la musica smuove, ossia le emozioni. In tre tracce, i norvegesi danno un bel colpo allo stomaco al genere e sfornano un trittico molto oscuro e ben strutturato, fatto di oscurità e ferite, di carne e sangue, viscere e abissi. A nulla vale il tentativo di inserire della tecnica in questi suoni, valgono solo le emozioni…

(Enrico MEDOACUS) Voto: 8,5/10