(Signal Rex) Assurdo. Pazzesco. Grottesco. Il debutto dei Moase è proprio vertigine, destabilizzazione, pazzia… ma anche tanta melodia, bellezza… con un tocco di genio. I portoghesi ‘Memoirs of a Secret Empire’, ‘MOASE’ per l’appunto, arrivano ora, oggi, molti anni dopo nomi immensi del post metal come Isis, Cult of Luna e tanti altri; arrivano oggi, senza una parola, proponendo cinquanta minuti di musica, di disegni eterei e strumentali, con idee intense ed un generale senso di coinvolgimento, decisamente essenziale in questo genere, specialmente in assenza di parole e vocalist. Quello che mi piace di questo disco è la decadenza post-metal incastrata in un’essenza digitale, piuttosto che spinta nei vortici fumosi di stampo doom; spesso emergono suoni cristallini, keys ed effetti brillanti capaci di contrastare meravigliosamente quelle chitarre pesanti e quei ritmi inospitali. Particolarmente ben riuscite risultano “Movement”, l’inquietante “Angst”, la spaziale “Carried” e la coinvolgente “Whorl”. La musica sembra viva, palpitante, pulsante, fremente: sempre ben proposti i cambi, sia di ambientazione che di tempo o di atmosfera, dimostrando una visione d’insieme chiara, un song writing pensato, curato e cinicamente deciso. L’unico lato negativo di “Vertigo” è una produzione che non avvalora le due,tre, quattro… cinque dimensioni sonore concepite dalla band, tagliando molto, sacrificando tanto… ma stiamo pur sempre parlando di un debutto, una prima volta, un fai da te con due soldi in tasca. I Moase sanno suonare. Sanno comporre. E sanno sorprendere, in maniera sconvolgente: “Vertigo” può piacere, può non piacere, ma è un debutto ed in quanto tale rappresenta il biglietto da visita, quella cosa con la quale una band attrae il pubblico. Bene… A metà dicembre, ovvero una manciata di giorni fa, i Moase hanno dichiarato di aver chiuso un ciclo con la pubblicazione di “Vertigo”; la band promette che ci saranno alcuni concerti per promuovere il lavoro, ma da ora la direzione musicale sarà tutt’altra. Nell’affermare questo, non dimenticano di ribadire l’intenzione di non perdere assolutamente l’identità. Cosa vorrà mai dire tutto questo? Qualsiasi sia il significato, per me suona dannatamente attraente… quasi morboso. E l’attesa della prossima release potrebbe rivelarsi particolarmente ansiosa.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10