(ROAR) Senza girarci troppo attorno, ritengo che con “Rise Of The Ruler” i Mob Rules abbiano partorito il miglior album della loro carriera, senza temere alcuna smentita; la formazione proveniente dalla Bassa Sassonia ha infatti trovato il perfetto compromesso tra le sonorità dirette e tipicamente power contenute nei primi due album e la vena progressiva che ha portato il sound della band ad essere più orchestrale e magniloquente, anche se inevitabilmente meno immediato. Una sorta di ritorno alle origini, ma questa volta fatto da musicisti con venticinque anni di esperienza ed abilità acquisite con il tempo, in grado di passare dai trionfi di doppia cassa, chitarre granitiche e grandi chorus di “Exiled” alle sonorità acustiche della delicata e sognante “On The Trail”, brano che vede il cantante Klaus Dirks duettare con Ulli Perhonen, singer degli Snow White Blood. Oltre che nelle sonorità, il ritorno alle origini è anche nelle tematiche, con un concept distopico che si collega direttamente a quello del debutto “Savage Land” ed il successivo “Temple Of Two Suns”, ma anche con titoli di canzoni che esplicitano ulteriormente questi riferimenti, come “Dawn Of Second Sun” e “Back To Savage Land”, due pezzi che sembrano usciti dalla penna del miglior Kai Hansen, la prima veloce e diretta, la seconda basata su un mid tempo molto catchy e sing along. Un disco avvincente, divertente, suonato ottimamente e senza filler. Amanti del power tedesco, non fatevelo scappare!

(Matteo Piotto) Voto: 10/10