copMOLOCH(Human To Dust) Può capitare, quando ascolti musica, di chiudere gli occhi e lasciarti trasportare dai suoni. Ma credetemi che con certi gruppi potreste avere paura di riaprire gli occhi. Paura che quanto stavate ascoltando non fosse solo il suono di un incubo, ma il suono di una raggelante realtà. I Moloch vagano per le nostre terre già da più di un decennio e ci vogliono raccontare che questo non è l’unico mondo che hanno visitato. Prolifici oltre ogni misura (attivi dal 2002, sono fautori di circa 120 produzioni), gli ucraini giungono al decimo album e lo fanno con un lavoro grezzo e duro, in cui alternano alcuni pezzi strumentali ad altri Black vecchio stile. Si sente molto l’influenza di Vikernes in entrambe le sue varianti Black e Ambient. Non si possono annoverare tra le colonne del vero Black old style solo perché si sono autoconfinati nell’underground più nero, lì dove le mostruosità di cui cantano hanno sempre fame. Abissali.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 10/10