copmologa(Casus Belli) Dalla Russia ci giunge il debut dei Mologa, band dedita a una sorta di experimental folk che, complice l’oscurità dei testi in lingua, si presenta al pubblico occidentale come un oggetto curioso e quasi insondabile. Nei sette brani in scaletta si va dal folk purissimo (“Zyazyulechka”) all’avantgarde più sfrenata, non esente addirittura da dissonanze e suoni ‘difficili’ (“Bylinka”), alla fusione dei due generi (“Kanareika”, che supera i dieci minuti, mescola strumenti tradizionali, una strofa sempre uguale cantata quasi con fare sciamanico, e spunti del tutto eterogenei nelle ritmiche). Il sound si arricchisce quando ci sono basi elettroniche (“Vdol po moryu”), o quando i toni virano verso la ballad o comunque verso ritmi lenti e ammalianti (la conclusiva “Pro Kota”). In generale, un disco che qui in Italia potrà interessare soltanto i cultori delle sonorità ‘altre’, ma che non è esente da un certo criptico fascino. Il monicker omaggia una città russa che fu inondata dalla creazione di un bacino artificiale, e passa dunque per l’Atlantide dell’Est.

(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10